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venerdì 30 dicembre 2011

Ridefinizione confini Rionero Ripacandida. Consiglio Comunale del 21 dicembre 2011


Intervento del  Capogruppo del Centro Sinistra Dott. Nicola GIANSANTI

A me questa sera spetta un compito abbastanza semplice, nel senso che prendo atto anche io dell’atteggiamento dell’opposizione rispetto a tematiche così importanti per la nostra comunità e auspico che, così come dichiarato più volte, sia sempre disponibile a collaborare con la maggioranza su questioni fondamentali per la comunità, come altre che affronteremo in questo consesso. Lo si comprende anche e soprattutto dalla disposizione che abbiamo assunto questa sera in Consiglio, per certi versi sui generis, in cui ogni Consigliere ha preso posto dove gli era più confacente, senza rispettare il formalismo dell’opposizione da una parte e quello della maggioranza dall’altra.
Il mio intervento per certi versi vuole solo sottolineare quello che è stato il lavoro posto in essere dalla Commissione, che è stata fortemente voluta da questa maggioranza, perché sin da quando ci siamo insediati, oltre alle Commissioni consiliari permanenti, abbiamo fortemente voluto la Quarta: di solito in questo Consiglio ne venivano formate solo tre, che attenevano ed attengono anche oggi, al normale svolgimento dell’attività amministrativa, noi però sin da subito abbiamo voluto costituirne un’altra che si sarebbe dovuta occupare dell’aspetto che stiamo discutendo questa sera.
Quindi, sottolineando tale volontà, che la maggioranza ha voluto sostanziare con un forte atto istituzionale, devo in seconda battuta complimentarmi con la Commissione, in primis, con il Presidente, come hanno già fatto i colleghi che mi hanno preceduto. Non lo faccio per un mero e semplice formalismo, ma perché è stato realmente posto in essere un lavoro egregio in breve tempo; infatti abbiamo provveduto ad istituire la Commissione consiliare in modo permanente proprio perché eravamo consapevoli del lavoro che l’attendeva, per cui non poteva essere una Commissione di studio di breve durata. Ci siamo, quindi dati come obiettivo un lavoro di medio-lungo periodo, proprio per fare in modo che il lavoro messo in campo fosse tale da analizzare tutti gli aspetti, non solo dal punto di vista tecnico-giuridico, ma anche e soprattutto da un punto di vista culturale e sociale, valutando tutte le implicazioni che una situazione di questo genere si porta dietro.
Quindi l’aver prodotto in tempi così ristretti, anche per situazioni contingenti, come ha sottolineato il Presidente, una relazione così corposa e completa, in grado di supportare la deliberazione di Consiglio che ci apprestiamo a varare questa sera, è qualcosa di non secondario e pertanto, come dicevo, va dato atto del lavoro svolto; va reso pertanto pubblico che il Presidente, insieme alla Commissione, fino a qualche ora fa sostanzialmente, ha lavorato assiduamente per raggiungere questo risultato.
Ringrazio nuovamente, pertanto, tutti i componenti della Commissione per aver fatto un lavoro accurato, dettagliato, che rappresenta, però, solo un punto di partenza di un lungo iter tecnico-normativo che dovrà condurci al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti sin dall’inizio; ma deve essere chiaro che si tratta di un iter che questa sera deve muovere i suoi primi passi, non un momento di arrivo.
Quindi da oggi prende avvio una nuova fase, più complessa ed ardua, che richiede l’interazione di tutti noi, maggioranza ed opposizione (ma non ho dubbi che, così come si è fatto sino a questo momento, si continuerà a fare per raggiungere l’obiettivo finale), per svolgere un lavoro che io definirei di “intelligence”, finalizzato a costruire una rete di rapporti istituzionali, capaci di mettere in campo tutti gli stakeholders (i portatori di interesse rispetto a questa situazione). Infatti non siamo solo noi cittadini di Rionero interessati alla soluzione di questo problema, né solo quei cittadini di Rionero che abitano sul territorio interessato dalla ridefinizione dei confini, ma deve essere un problema di tutta la comunità, di un intero comprensorio, come diceva bene chi mi ha preceduto.
Infatti, rispetto a questa situazione si giocano anche altre partite e faccio riferimento in modo esplicito a quella che sarà la capacità di mettere in campo piani strutturali d’area, capaci di guardare ad uno sviluppo integrato non come singola comunità, ma come area.
E parlo di un’azione di intelligence perché da questo momento in poi bisogna avere la capacità, sia come maggioranza che come opposizione, di interloquire con chi poi sarà chiamato a mettere in campo azioni concrete per risolvere il problema: mi riferisco in modo particolare a chi oggi occupa gli scranni del Consiglio Regionale. Quindi non può e non deve essere una questione di interesse per i soli Consiglieri di maggioranza, ma anche anche di quelli di minoranza; anche loro infatti dovranno attivarsi presso i loro rappresentanti in Consiglio Regionale affinché la questione venga messa all’ordine del giorno nel più breve tempo possibile nell’assise deputata a risolverla: Il Consiglio Regionale.
In questo contesto ho già fatto rilevare che, a mio avviso, il problema di cui stiamo discutendo non trova eguali sul territorio nazionale; la nostra situazione risulta particolare in considerazione alle dinamiche storico-sociali che l’hanno determinata ed infatti, se analizziamo antropologicamente lo sviluppo di una qualsiasi comunità, vediamo che questa si caratterizza per la condivisione di valori, tradizioni, costumi e dialetti. Nel passato l’identificazione comunitaria era rappresentata dal campanile inteso non solo quale elemento fisico ed architettonico identificante la chiesa, ma anche quale elemento di rappresentanza della comunità cristiana a cui lo stesso faceva riferimento: era intorno alle chiese che si sviluppava l’agglomerato urbano che condivideva appunto culturalmente una serie di valori.
Nel caso  in esame i cittadini interessati hanno scelto di ubicare la propria abitazione in quei luoghi nella piena convinzione sociale e culturale di appartenere alla comunità rionerese, non ad altre: mai hanno partecipato né intendono partecipare alla vita sociale, culturale ed ecclesiastica di una comunità fisicamente distante circa 10 km dalla loro. Stiamo parlando di cittadini che abitano a  meno di 200 m. dalla parrocchia di quartiere, a meno di 400 m. dal centro di Rionero e dalla stazione ferroviaria, per cui si tratta di una situazione che da un punto di vista storico, culturale e di valori è già ben definita e si tratta solo di formalizzare dal punto di vista burocratico l’appartenenza che di fatto ognuno di quei cittadini già sente propria.
Non mi dilungo oltre e, concludendo, dico che abbiamo tracciato, anche attraverso la deliberazione di questa sera, la giusta strada su cui incamminarci per risolvere il problema, consapevoli però che il percorso, come dicevo, potrebbe essere lungo e tortuoso, nonché irto di difficoltà; ma alla fine sicuramente, con queste prospettive, con questa azione comune, riusciremo a raggiungere l’obiettivo. Questo risultato logico e naturale deve vedere coinvolta, come dicevo, l’intera comunità rionerese. Grazie.

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