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venerdì 13 luglio 2012

GIANSANTI (Capogruppo Centro Sinistra per Rionero): Bisogna aprire una "VERTENZA VULTURE"


L'area Nord della Basilicata sta vivendo la crisi economica che pervade tutto il Paese con effetti ben più rilevanti rispetto ad altre parti della nostra regione, ed in quest'area Rionero più di altre città risente di crisi industriali al limite del collasso sociale. Ormai da mesi i lavoratori del settore Automotive fruiscono degli ammortizzatori sociali, lavorano due – tre giorni a settimana e le prospettive non sono certo rosee. Non si intravvedono chiari piani industriali da parte delle aziende interessate ma non si vede nemmeno una forte e decisa politica industriale da parte degli enti competenti: in primis la regione Basilicata. Intanto le condizioni normative affinché questi nostri concittadini possano continuare a fruire degli ammortizzatori sociali si stanno esaurendo. Corriamo il rischio di trovarci a settembre con una situazione drammatica, migliaia di lavoratori privi di reddito reale, con tutte le conseguenze che una simile catastrofe potrebbe provocare sull’intera economia Lucana e quindi anche sulla nostra città. Questa è solo una delle situazioni critiche presenti sul territorio Rionerese; un’altra tanto per fare un esempio è rappresentata dalla situazione degli operai della ex Cutolo Rionero che ad oggi ancora non vedono soluzioni concrete alla loro condizione occupazionale. Il nostro territorio, il Vulture Alto Bradano ha bisogno di aprire una vera e propria vertenza territoriale, una “Vertenza Vulture”, capace di superare stupidi e sterili campanilismi territoriali e creare le condizioni affinché i rappresentanti istituzionali e le forze produttive e sociali dei comuni di quest’area si siedano intorno ad un tavolo e costruiscano un piano di sviluppo intercomunale capace di saper costruire piani e progetti industriali, turistici, Ambientali, commerciali. Solo se saremo capaci di creare sinergie sovra comunali avremo la possibilità di costruire una forza contrattuale a livello regionale e nazionale in grado di rappresentare le vere istanze di questo territorio. Solo se sapremo determinare il futuro della nostra area potremo contribuire a costruire il futuro dell'intera regione Basilicata. In tale contesto si inserisce anche la tematica inerente la paventata chiusura del Tribunale di Melfi. Non bisogna infatti, sbagliare nell'isolare la vicenda Tribunale al di fuori di un contesto ben più generale. Bisogna mettere in campo un’azione capace di ridisegnare ruoli, funzioni, piani di sviluppo, redistribuzione logistica ed infrastrutturale di un territorio da troppo tempo oggetto di predatori spregiudicati che sfruttano le energie e le risorse migliori e poi scappano via con il bottino senza lasciare nulla in cambio. Dobbiamo avere la capacità e soprattutto la volontà politica e sociale di mettere in campo una forte autodeterminazione in grado di disegnare uno sviluppo endogeno ed auto propulsivo. Abbiamo le risorse per farlo, dobbiamo farlo, non è più tempo di aspettare e relegare ad altri il nostro sviluppo.

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