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sabato 8 marzo 2014

Abolizione bonus benzina

Mi fa piacere apprendere che in questi giorni si sta sviluppando un dibattito intenso in merito ad una diversa destinazione delle royalties del petrolio. In particolare si discute in merito alla possibilità di eliminare il bonus benzina e destinare invece le somme recuperate per infrastrutture ed investimenti maggiormente produttivi. Sono da sempre convinto che una battaglia populista come quella del bonus benzina è stata e rimane sbagliata e che ha prodotto solo piccoli risultati intangibili sia in termini economici che in termini politici. Sono talmente convinto di quanto affermo che ho scientemente rinunciato a tale benefit per me e per la mia famiglia. In termini macro economici è indispensabile porre in essere scelte politiche in grado di rendere la spesa pubblica generatore di PIL attraverso meccanismi capaci di attivare processi autopropulsivi finalizzati ad incrementare la spesa complessiva attivando effetti moltiplicativi che possano essere generati con politiche fiscali (keynesianamente parlando) che guardino agli investimenti infrastrutturali e non ad incrementare direttamente i consumi primari. Agire sugli investimenti infrastrutturali significa avere la doppia possibilità di vedere realizzate opere pubbliche utili a ridurre il gap infrastrutturale e quindi creare condizioni più favorevoli per nuovi insediamenti produttivi, ma significa anche rimettere in moto l'economia garantendo nuovo lavoro ad imprese che dovranno assumere nuovo personale, producendo quindi aumento dell'occupazione, aumento del reddito spendibile, quindi aumento dei consumi ed aumento della domanda di beni di consumi con conseguente aumento della produzione. Solo con l'utilizzo di un giusto mix di politiche fiscali (non potendo più incidere su quelle monetarie rimesse alla BCE) si potrà determinare un intervento politico in grado di produrre effetti positivi sull'economia reale. Anche con scelte regionali coraggiose e che vadano in tale direzione si potrà contribuire ad uscire dalla crisi economica che stiamo vivendo. Bisogna creare nuovi posti di lavoro e non è possibile farlo finanziando politiche che favoriscono l'aumento di consumi improduttivi.

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