COMUNICATO STAMPA
Potenza, lì 15/03/2014
Avere il coraggio di analizzare
seriamente il sistema economico con le sue regole e le sue limitazioni,
partendo dal mercato del lavoro e dalle esigenze della piccola e media impresa,
dovrà rappresentare il punto di partenza di qualsiasi analisi futura. Un
sistema economico troppo burocratizzato, incapace di rispondere alle vere
esigenze delle piccole e medie imprese oggi rappresenta un grosso limite alla
ripresa economica.
Costruire una PA capace di essere
un valore aggiunto per il sistema economico, e non un peso che rallenta le
capacità competitive delle nostre imprese, dovrà essere il punto di approdo di
un’azione forte da porre in essere anche a livello regionale.
Abbiamo la necessità di costruire
un modello di sviluppo economico chiaro e credibile. Oggi il problema è,
Keynesianamente parlando, incrementare la domanda di beni di consumo. Le scelte
paventate dal Governo Renzi in merito alle manovre volte a ridurre il cuneo
fiscale ed incrementare la capacità di spesa dei lavoratori dipendenti, vanno
in questa direzione.
Il calo del Pil è stato
determinato da un calo del consumo interno lordo tanto che le imprese che
esportano rimangono competitive sui mercati internazionali e crescono di pari
passo con le imprese tedesche.
Continuare a pensare che il Pil
non cresca perché il mercato del lavoro è ingessato risulta pura follia.
Dobbiamo creare le condizioni per incrementare i consumi e ciò non avviene
certo attraverso politiche di austerità che vanno assolutamente abbandonate nel
più breve tempo possibile.
Bisogna rivedere al più presto il
sistema di ammortizzatori sociali. Non possiamo più permetterci di erogare
prestazioni economiche improduttive senza poter utilizzare socialmente le
prestazioni lavorative dei soggetti che ne beneficiano.

Immaginare la possibilità di
utilizzare i lavoratori in mobilità (o che godono di altri analoghi
ammortizzatori sociali) in progetti di servizi di assistenza alle persone
inserite negli elenchi dei servizi sociali comunali o altre attività analoghe
che possono riguardare la piccola manutenzione piuttosto che la guardianìa di
immobili pubblici, strade, ville, ecc. Questo non significa drogare il mercato,
né tanto meno risolvere i problemi del lavoro, si tratta però di dare un
segnale rispetto alla possibilità di trasformare la spesa pubblica erogata in
tale ambito in spesa produttiva e moltiplicativa del Pil invece che essere mero
assistenzialismo. Si potrebbe immaginare la realizzazione di buoni
lavoro per progetti di pubblica utilità e reddito minimo collegato a periodi di
formazione garantito per giovani inoccupati;
Occorre una radicale riforma
dell’intervento pubblico nell’economia, rimodellando le istituzioni per
innovare le modalità con cui si erogano i servizi pubblici ai cittadini.
Abbiamo inoltre l’esigenza di accelerare
su alcuni temi importanti e caratterizzanti quali ad esempio il potenziamento
ed il rilancio dei centri per l’impiego con una riforma seria e strutturale per
creare dei centri in grado di rispondere seriamente alle esigenze del mercato
del lavoro. Inoltre non si può dimenticare il versante dell’offerta di lavoro
con particolare attenzione a settori quali ad esempio il sistema del micro
credito e dei prestiti a soggetti non bancabili, in modo da consentire ad imprenditori in difficoltà
finanziarie o che non hanno garanzie reali per poter comunque garantire i
propri investimenti con bilanci che dimostrino redditività e solvibilità con
risorse proprie, di poter finanziare le attività che si dimostrino redditizie
sul mercato.
Per poter sviluppare una linea
politica seria e costruttiva capace di incidere sui processi produttivi del
territorio si ritiene utile ed indispensabile aprire un confronto serrato con
la società civile e soprattutto con le forze politiche e sociali oltre che
sindacali e produttive, attraverso un percorso tematico che vedrà da qui a
qualche mese la realizzazione di alcuni workshop in cui discutere
specificatamente di alcuni temi particolarmente pregnanti e da cui far emergere
la linea di azione del partito all’interno delle singole istituzioni
territoriali in cui vi è la presenza di amministratori socialisti.
Comp.
Consiglio Nazionale PSI
F.to
Dr. Giansanti Nicola
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