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mercoledì 9 maggio 2012

Regolamento commercio ambulante: Intervento Assessore Dr. ssa Rachele Verrastro

Signori Consiglieri, la legge regionale n. 19 del ’99, così come modificata ed integrata dalla n. 23 del 2008, relativa alla disciplina del commercio al dettaglio su aree private in sede fissa e su aree pubbliche, impone l’adozione di alcuni essenziali adempimenti di natura amministrativa e programmatori ai Comuni, in attuazione del decreto legislativo n. 114 del ’98, meglio conosciuto come legge di riforma del commercio.
In realtà possiamo dire che adempiere agli obblighi imposti ai Comuni da queste previsioni normative può significare sic et simpliciter andare ad adottare una serie di regolamenti in applicazione della legge statale e regionale, ma può anche rappresentare, a nostro avviso, un’opportunità diversa, cioè di adottare un programma di sviluppo compatibile con le potenzialità che sono espresse dalla rete commerciale e con le caratteristiche dei luoghi in cui concretamente opera.
Naturalmente l’approccio di questa Amministrazione intende interpretare ed attualizzare questa seconda opzione, anche in ragione di una rapida trasformazione normativa che negli ultimi anni vede sempre più frequentemente ancorata l’elaborazione dei piani di urbanistica commerciale agli altri strumenti della programmazione comunale, in primis quelli legati ai temi urbanistici, ma anche alla viabilità ed al traffico.
Questa scelta di dotarsi, dunque, di un piano di urbanistica commerciale è maturata già durante la passata consiliatura perché operata dall’Amministrazione nel 2010, che ha scelto anche, così come la legge regionale prevede e consente, di avvalersi dell’assistenza tecnica del CAT di Confesercenti. E’ stato quindi condotto con l’assistenza del CAT e con un conforto puntuale da parte degli uffici, in particolare di quello all’urbanistica e al commercio, un lavoro di ricognizione, verifica ed analisi, per la verità anche tentando in più momenti ed in più tappe di avere un’interlocuzione con gli operatori locali, in maniera da addivenire ad un percorso di approvazione e ad un’ipotesi definitiva quanto più possibile condivisa.
Ora, mettere mano al piano di urbanistica commerciale ha significato innanzi tutto andare ad individuare quali sono le dinamiche ed i trend di sviluppo in atto nel settore e comprendere bene come questi interagiscono con le altre realtà produttive presenti, ma anche con le abitudini di acquisto dei consumatori con i cambiamenti degli stili di vita e con i processi di trasformazione urbana. Ha significato, quindi, definire degli obiettivi che siano compatibili con l’assetto e con la cultura dei luoghi in cui questi processi vanno accompagnati e promossi. Naturalmente si è trattato di definire lo strumentario più adeguato possibile a sostegno della disciplina di questi processi e dei fenomeni complessivamente oggetto di intervento.
Il piano di urbanistica commerciale, una volta definito completamente, consterà sostanzialmente di una parte di analisi, di una parte di programmazione e di regolamenti e questa tripartizione noi la troviamo applicata alla disciplina sia del commercio su suolo pubblico sia in aree private in sede fissa. Naturalmente la troviamo declinata sui diversi ambiti urbani che la legge regionale ritiene suscettibili di misure di merito specifiche: il centro urbano piuttosto che le aree di nuovo insediamento.
Vi posso dire che praticamente già da domani comincerà il lavoro di approfondimento istruttorio anche su questa seconda parte, che è anche la più corposa, relativa al commercio al dettaglio su aree private in sede fissa, che ci auguriamo possa essere portato all’approvazione del Consiglio già durante la prossima seduta, purché non sia prevista in tempi estremamente ravvicinati.
Vi devo dire per completezza di informazione e per spiegarvi anche la ragione per cui non portiamo il sistema documentale ed il piano tutto intero - anche per sgombrare il campo dall’idea che probabilmente questa si può presentare come una congerie di documenti più che come un sistema documentale – che in realtà, quando qualche mese fa abbiamo approcciato il tema dell’iter approvativo del piano dell’urbanistica commerciale, abbiamo dovuto riscontrare che c’erano delle incertezze sull’iter stesso, che in qualche modo ci ponevano nel dilemma di andare ad approvare il piano in conformità allo strumento urbanistico vigente o piuttosto di procedere alla sua approvazione come se fosse una vera e propria variante del regolamento urbanistico. La prima ipotesi ci sembrava una forzatura, ma anche la seconda non ci convinceva del tutto soprattutto perché il percorso sarebbe stato assai più faticoso in termini di tempo e di coinvolgimento di soggetti necessari a chiudere il processo.
Mentre consumavamo tutti i passaggi di verifica anche con le strutture regionali di riferimento, abbiamo pensato con la Commissione Assetto del territorio ed attività produttive di portarci un po’ avanti con il lavoro, cominciando ad operare sulla parte relativa al commercio al dettaglio su aree pubbliche: su questa, infatti, non insistevano questi dubbi, perché le problematiche si pongono sostanzialmente in tema di interpretazione di quella parte della norma regionale che pone i criteri per l’individuazione delle aree in cui possono insediarsi le medie strutture di vendita.
Quindi questi regolamenti sono un pezzo coerente anche per le analisi e per la programmazione, che è frutto di un’ipotesi condivisa ed assolutamente comune anche all’altra parte, rientrando a pieno titolo nel piano di urbanistica commerciale.
Io sento il bisogno di ringraziare pubblicamente gli uffici per il conforto dato e la Commissione Assetto del territorio ed attività produttive per il lavoro svolto, a partire dal presidente Donato Ramunno, ai componenti Lello Di Lonardo, Nicola Giansanti, Mauro Nardozza ed Enzo Paolino. Per me che, come sapete, sono persona poco avvezza alla prassi politica, è stata una bella esperienza di buona politica, perché si sono determinate condizioni di collaborazione e di confronto in un sereno clima di lavoro in cui tutti hanno contribuito e, a parte il supporto tecnico, c’è stata una grande profusione di passione e di intelligenza, che personalmente mi ha colpito molto. Si tratta, infatti, di Consiglieri giovani, ma che, secondo me, hanno già dato in molte occasioni prova di eccellente sapienza politica e quindi li ringrazio, anche se questo mi è costato un po’ perché mi hanno costretto a ritornare sui miei passi ed a riattivare l’interlocuzione con i commercianti, ma mi hanno insegnato delle cose.
Ciò detto, è chiaro che il commercio su suolo pubblico, come quello su aree private in sede fissa nel nostro comune soffre di una diffusa illegittimità e di una mancanza complessiva di programmazione, per cui il lavoro che è stato fatto, soprattutto all’inizio, dal CAT è stato di verifica della funzionalità delle aree mercatali e delle attività fieristica e della loro conformità rispetto alla normative vigente.
Noi siamo convinti che il commercio su suolo pubblico, se correttamente programmato e gestito, può diventare uno strumento formidabile per imprimere in qualche modo un’accelerazione ad un processo di sviluppo che investa tutti gli altri settori produttivi della comunità, nonché uno strumento importante per promuovere un’azione non solo di riqualificazione urbana, ma anche di innovazione culturale. Quindi il progetto di razionalizzazione del commercio su aree pubbliche risponde ad alcuni obiettivi, a cui è sottesa l’ipotesi posta al centro del piano strategico di valorizzazione delle attività commerciali del centro storico che in quell’area incardina il nucleo forte di un vero e proprio centro commerciale naturale, non soltanto per l’ampia integrazione merceologica che si andrà a proporre per il fatto che la rete commerciale del paese sarà coinvolta in un processo sostenuto da politiche attive di intervento, ma anche per le modalità di gestione e di organizzazione del centro commerciale stesso.
Gli obiettivi sono la riqualificazione dei mercati e la riduzione delle evasioni di acquisto, quindi di quei flussi di spesa che vanno verso altri canali di approvvigionamento e naturalmente questo si ottiene con la specializzazione merceologica dell’offerta, laddove possibile, perché consente di raggiungere una profondità verticale nell’assortimento che si ottiene più facilmente laddove i costi unitari di investimento si possono spalmare su più operatori. Altri obiettivi sono l’incremento del livello di animazione commerciale, perché sicuramente si otterrà un servizio di prossimità che faccia da apripista nel processo di trasferimento dei servizi essenziali nelle aree urbane che ne sono sprovviste e l’interazione di queste attività con tutte le altre iniziative volte ad intercettare i flussi turistici gravitanti sulla zona.
Ora, per quanto riguarda il mercato di Piazza XX Settembre, l’area era originariamente prevista per 14 posteggi, ma risulta decisamente depotenziata, essendo caduta sistematicamente la domanda e l’offerta e quindi i posteggi costantemente occupati sono circa la metà di quelli originariamente previsti. In realtà c’è un’evidenza dalla quale non possiamo prescindere e cioè che la funzione del mercato quotidiano di prodotti alimentari in questa localizzazione risulta ridimensionata.
C’è poi da fare una valutazione di opportunità circa l’allocazione del mercato in Piazza XX Settembre perché nella prospettiva ormai veramente imminente di riqualificazione del sito insieme alla Piazza Giustino Fortunato, sarà complessivamente definito un nuovo profilo architettonico del sito che ovviamente significa anche immaginare una diversa funzionalità dello stesso, una diversa gerarchia sociale di utilizzo.
Tuttavia sappiamo che quello che fa di una piazza l’area privilegiata in cui si svolge e si esplica l’identità sociale di un paese è proprio il fatto di essere il luogo principale degli scambi commerciali e quindi la rete distributiva e gli scambi anche riferiti al mercato squisitamente alimentare vanno mantenuti, però attraverso una proposta che in qualche modo tenti di ottenere la migliore convergenza possibile tra la necessità di riqualificare un’area e quella di salvaguardare e potenziare la funzione mercatale. Quindi abbiamo pensato innanzi tutto di procedere su quest’area al ridimensionamento dei posteggi concedibili, utilizzando come parametro di riferimento il tasso medio di occupazione negli ultimi due anni.
Ora, al di là di quello che succederà adesso nell’imminenza dell’inizio dei lavori della piazza per cui il mercato si sposterà nel parcheggio sottostante Villa Catena, però nella nostra programmazione prevediamo che il mercato si sposti all’ingresso della Villa e che mantenga la specializzazione merceologica alimentare, posizionando, proprio lungo il vialetto, i produttori agricoli. Questo perché vogliamo insistere sulla valorizzazione delle produzioni tipiche locali e perché, attraverso questo espediente, vogliamo attivare una sorta di meccanismo di congiunzione, di ricucitura tra la piazza, che è l’area per eccellenza della socialità adulta, ed il giardino pubblico che è l’area della socialità della componente adolescenziale della nostra comunità. Naturalmente questo significa che vanno immaginate progressivamente – e questo lo leggeremo ampiamente nel piano strategico per il centro storico – tutta una serie di iniziative che saranno coerentemente ospitate sul sito nuovo della piazza riqualificata.
Per quello che riguarda, invece, il mercato di Piano delle Cantine, come sapete, è situato lungo una delle direttrici di traffico di maggiore volume, in una posizione di convergenza tra zone che hanno significativa intensità abitativa e noi abbiamo immaginato comunque che svolga le funzioni tipiche di questo format e quindi che sia concorrenziale – ovviamente registrando bene il punto di tenuta della tensione concorrenziale che si va ad operare nei confronti dei commercianti residenti – di prossimità rispetto ad un’area in cui c’è una rilevante presenza di popolazione che ha scarsa mobilità ed è tradizionale per quello che riguarda la abitudini di acquisto della clientela.
Quindi in realtà, dobbiamo tener conto delle esigenze dei commercianti, soprattutto di quelli che abitano nella zona, delle abitudini dei consumatori per evitare di spiazzarle e anche di problematiche che sono ineludibili rispetto al sito e che hanno a che vedere innanzi tutto con l’accessibilità e l’agibilità complessiva visto che si tratta di una piazza che ha delle caratteristiche strutturali particolari che forse qualche elemento di sensibilità sulla struttura lo pongono.
Quindi abbiamo pensato di istituire il mercato, ma soltanto per due giorni alla settimana, cioè il martedì ed il giovedì, e saranno autorizzati tre posteggi alimentari, tre non alimentari, più due per produttori agricoli: questo naturalmente per il mercato che si svolge dalle 7.00 alle 14.00. C’è poi un posteggio per somministrazione di alimenti e bevande, che naturalmente sarà autorizzato tutti i giorni, ma nelle ore serali, probabilmente dalle 18.00 alle 24.00.
E’ chiaro che questa azione che abbiamo intrapreso e questa accelerazione sulla programmazione ci viene dal forte impulso che è stato dato anche in termini di controllo dalla Polizia Municipale e dobbiamo poter contare molto sulla sua collaborazione perché è chiaro che non avrebbe molto senso mettere il mercato due giorni alla settimana e vedere poi lo spazio riempito da irregolari negli altri giorni: non sortirebbe nessuno degli effetti che noi abbiamo in mente.
Quindi ci sarà un grande presidio sia su quest’area, sia anche sulle altre quattro, cosa che sarà molto importante perché l’azione degli organi accertatori e di noi amministratori oltre che la collaborazione con gli operatori ci farà avere tutti gli elementi che ci servono sia per registrare la risposta alla domanda, sia per capire la regolarità dell’offerta.
Eventualmente potremo anche ritarare l’ipotesi che facciamo in questa prima battuta.
Si va ad istituire un mercato nuovo in Viale della Bramea, che è previsto per tre operatori alimentari, tre non alimentari e due operatori agricoli: anche questo è previsto soltanto per due giorni alla settimana, il lunedì e il mercoledì. In realtà in quella zona l’esigenza del mercato si pone perché si tratta di un’area a forte residenzialità e nella quale è necessario cominciare a portare i primi servizi commerciali che servano da apripista sul versante dell’animazione e dei servizi di cui è attualmente carente.
Ovviamente queste due aree, anche dal punto di vista del bando, potranno viaggiare insieme perché gli stessi operatori potrebbero essere impegnati due giorni su un’area e due sull’altra.
C’è poi il mercato di contrada Gaudo, dove in qualche modo raccogliamo la risposta abbastanza buona in una situazione di fatto che, tra l’altro, rappresenta l’ottimale integrazione con l’offerta merceologica presente da parte dei residenti: sempre in via sperimentale istituiamo un mercato con quattro posteggi alimentari e due per produttori propri.
Abbiamo immaginato quest’area come funzionamento in asse rispetto a quella della villa, dove il mercato funziona il lunedì e il sabato, anche per capire quanto è forte il grado di fidelizzazione rispetto ad alcuni operatori, cosa che potrebbe essere importante perché se fosse sostanziale, spostare due giorni su tre alcuni operatori sulla piazza può essere importante. Infatti non ci deve mai sfuggire che per noi la piazza in ogni caso deve diventare il nucleo attrattore di una serie di attività, pur andando incontro ovviamente alle esigenze dei consumatori, alla popolazione con scarsa mobilità, alle persone più anziane e comunque alla necessità di animare dal punto di vista commerciale anche altre zone del paese.
Per quanto riguarda il mercato mensile e le quattro fiere annuali, diciamo che le problematiche sono abbastanza simili in quanto si svolgono sulle stesse sedi stradali e c’è un giudizio di relativa adeguatezza delle aree che ospitano mercato e fiere sulle quali, dal punto di vista strutturale, potremmo pensare in un prossimo futuro alla predisposizione di banchine transitabili o di aree a parcheggio di cui oggi si avverte la mancanza. Ma per il momento interveniamo come possiamo con la regolarizzazione delle attività perché sia il mercato che le fiere hanno l’uno 70 posteggi autorizzati e le altre 130, però naturalmente l’offerta è di gran lunga superiore in quanto i commercianti presenti sono assai più numerosi e questo ovviamente provoca problemi di congestione, di viabilità, di deflusso del traffico e di sicurezza.
Quindi noi ci attestiamo, chiedendo anche qui una spalla forte da parte degli organi di controllo, all’unico incremento consentito dalla legge fino alla concorrenza del 10% dei posteggi autorizzati; quindi quelli per il mercato mensile passano da 70 a 77, mantenendo la specializzazione merceologica non alimentare, almeno fino a quando non potremo mettere a norma i siti anche da un punto di vista igienico-sanitario; mentre per le quattro fiere i 130 posteggi, sempre con l’incremento del 10%, passano tutt’al più a 143.
C’è poi la questione dell’istituzione, sempre in via sperimentale, di due mercatini tematici, cosa che fa parte dell’esperienza ormai consolidata e largamente diffusa in molte zone d’Italia, per cui al mercato non va riconosciuta soltanto una funzione strettamente distributiva e di andare incontro alle istanze dei consumatori locali, bensì anche quella dell’animazione e la possibilità di intercettare flussi di non residenti. Quindi per il momento pensiamo a due mercatini tematici, che verosimilmente saranno ospitati nel sito riqualificato all’ingresso di Villa Catena – ma anche questo potremo poi ritararlo – uno in concomitanza con la fiera dell’8 dicembre sui vini e sulle produzioni locali e un altro magari durante le festività pasquali sul vintage e sull’antiquariato.
Per quanto riguarda i posteggi isolati, sono attualmente autorizzati solo due posteggi in Piazza Capitano Plastino e la nostra proposta è di mantenerli e di autorizzarne un altro in Rione San Francesco, perché anche lì la densità demografica e l’età anagrafica della popolazione residente ci suggeriscono di introdurre questo momento di servizio.

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